È assolutamente bello riuscire a vincere ancora un Campionato Italiano grazie ad una barca come la Star, che nella sua sofisticata tecnica è impareggiabile. Oggi le scelte olimpiche della vela si sono allineate a quelle degli altri sport: curling al posto del pugilato, arrampicata libera e via dicendo; quindi sempre più vela veloce e foil, che va a sostituire la vela tradizionale. Una vela moderna, che sicuramente ha un grande appeal dal punto di vista della dinamicità, modernità e giovinezza: un trend per cui sono assolutamente favorevole, che rispecchia il tempo in cui stiamo vivendo. Ma il mondo della vela, guardando i numeri, è quello delle barche tradizionali: la Star è una di quelle classi che ha una flotta ancora numerosa, ma se si pensa anche a tutte quelle barche da crociera, che navigano con a bordo appassionati che magari non fanno regate, ma amano il mare e la vela, i numeri non sono paragonabili al foil. Non bisogna confondere il trend della vela foil esplosa con l’America ‘s Cup (che fa molto bene alla vela stessa), con i numeri reali del movimento.
La Star, che rappresenta la tradizione, ha due aspetti bellissimi: regatare in Star è speciale, perché è molto sofisticato, tecnico; una barca “lenta”, in cui tattica, strategia di regata sono un fondamento; sono elementi che creano un bagaglio di ogni singolo timoniere, che non ha eguali. Mi ha fatto molto piacere, come confidato dallo stesso Ruggero Tita, che in occasione degli ultimi mondiali World Sailing vinti con Caterina Banti tra i Nacra 17, l’equipaggio abbia applicato alcuni miei suggerimenti dati su come affrontare la corrente, in occasione di una lezione con le squadre olimpiche fatta durante il lock down. Dettagli tecnici, che con la vela foil moderna si stanno perdendo, ma che rimangono essenziali per fare la differenza, così come lo sono sempre stati nelle regate Star.
Quest’anno alla Coppa Primavela FIV /Campionato Italiano Giovanile (di cui SLAM è partner) è stato introdotto il Waszp, indice dei tempi che stiamo vivendo e della foiling generation, che avanza. Che futuro vede per una barca classica come la Star, quando la generazione dei grandi timonieri come Paul Cayard, Enrico Chieffi, Diego Negri ecc. finiranno di andare in barca?
EC: Purtroppo oggi nella vela mancano dei riferimenti: sport come il tennis funzionano anche perché hanno sempre avuto personaggi come Federer, Nadal, ora Djokovic, che rappresentano punti di riferimento nel tempo. Il veloce cambiamento della vela negli ultimi anni purtroppo ha contribuito a dissolvere con la stessa velocità, i miti che in questi anni si erano creati: Paul Cayard, Dennis Conner e tutte le leggende citate ad inizio articolo non si stanno più ricreando, perché c’è un’evoluzione e una velocità tale nel cambiare le classi olimpiche, che con esse cambiano anche i nomi, che diventano così meteore.
Dobbiamo riuscire a portare sulle Star ragazzi giovani e donne, perché sono le due categorie che fanno la differenza: le donne nello sport in generale sono la categoria con il tasso di crescita più alto in assoluto. Dopodiché ci sono i ragazzi, che certamente nella Star mancano: una mancanza cui bisogna cercare di trovare una soluzione, affinché regatare in Star diventi appetibile e possa così preparare i giovani ad affrontare la regata con quella base, che nessun altra barca può insegnare: sono convinto che sia una scuola di regata pazzesca. La soluzione però non è ancora stata trovata, ma è già positivo il fatto che ci sia la consapevolezza di risolvere la questione: la barca e l'organizzazione della Star sicuramente valgono questa sfida e i giovani potrebbero trarne tantissimo vantaggio e piacere, perché regatare in Star è bellissimo! Chi ci sale non scende più, questo è un dato di fatto.