Mondiali Star 2023

La storia Star rimane l'unica in cui regatano i grandi campioni che hanno fatto la storia della vela. Scarlino ospiterà il Campionato del Mondo 2023: una vera e propria parata di Stelle.

text: ©Elena Giolai/SLAM

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La Star è rimasta la regina delle classi veliche competitive, sebbene non sia più olimpica: dopo 100 anni di storia la regina è sempre lei! Enrico Chieffi (CEO SLAM e Campione del Mondo Star)

Leggendo i nomi che dal 1922, anno del primo campionato del mondo, hanno regatato sulla Star, si rimane davvero senza fiato, perché tra loro ci sono veri e propri miti della vela: North, Straulino, Elvstrom, Melges, Mankin, Conner, Cayard, Chieffi, Grael, Raudaschal, Scheidt, Percy. E, a dire la verità, mettono anche un po’di soggezione, la stessa forse che prova chi sale a bordo per la prima volta sulla regina delle classi olimpiche, che vanta uno status record a 5 Cerchi Olimpici, essendo stata protagonista alle Olimpiadi ininterrottamente per 16 edizioni, dal 1932 (Los Angeles) fino a Londra 2012. 


La Star naviga su un filo conduttore che rappresenta la storia della vela stessa, con i suoi timonieri che hanno scritto pagine indelebili nella storia del nostro sport: tra medaglie olimpiche, skipper e tattici dell’America ‘s Cup e protagonisti di giri del mondo, la Star è stata palcoscenico di leggende. In Italia ai successi internazionali Straulino sono seguiti quelli di Dodo Gorla, Enrico Chieffi, Roberto Benamati, fino ad arrivare a Diego Negri, che con Sergio Lambertenghi, si presenta all’ appuntamento iridato in programma a Scarlino dal 16 al 24 settembre come campione del mondo in carica per la seconda volta consecutiva.


Nonostante oggi la vela sia proiettata sempre più al foil e agli skiff, quando si nomina la classe Star rimane un grande rispetto, una grandissima ammirazione per chi ci regata, per chi vince, perché non c’è foil che tenga, la Star è la Star e, nonostante non sia più classe olimpica, rimarrà la regina anche in un momento storico che sta rivoluzionando il mondo della vela con barche, mentalità, abilità, totalmente nuove.

L’Italia vanta grandi Campioni, che hanno potuto conquistare quella stella d’oro che può brillare sulla randa esclusivamente di chi ha vinto un mondiale Star, come Enrico Chieffi, vincitore nel 1996 a Rio de Janeiro, Brasile, con a prua Roberto Sinibaldi con il quale partecipò alle Olimpiadi di Atlanta. Chieffi è Amministratore Delegato di SLAM, ma prima di tutto velista di grande talento e innovatore: sua l’idea di accorciare l’albero della Star e renderlo non più passante, ma appoggiato in coperta, affinché guadagnasse in rigidità; e sua l’idea nel 1982 di nuove forme di spinnaker nella classe olimpica 470, barca con la quale vinse il Campionato del Mondo con il fratello Tommaso nel 1985, da cui ancora oggi derivano quelle forme con almeno la metà della profondità degli spi tradizionali di allora.


Un uomo, dunque, che guarda sempre avanti, alla continua ricerca dell’eccellenza, al quale abbiamo fatto alcune domande per capire presente e futuro della classe Star, che sarà protagonista nelle acque di Scarlino a metà settembre.


Enrico Chieffivincitore del mondiale nel 96 e, dopo 25 anni, dell’Europeo, nonché degli ultimi tre Campionati Italiani Star (consecutivi) con a prua Ferdinando Colaninno (lultimo vinto a Viareggio ad inizio settembre), oggi è pronto al suo ennesimo mondiale a Scarlino, con 100 equipaggi sulla linea di partenza e tutti i migliori specialisti al mondo.


Com’è possibile avere ancora così grandi stimoli e così grandi soddisfazioni anche dopo tanti anni, con questa barca immortale? Cos’ha di speciale la Star?

È assolutamente bello riuscire a vincere ancora un Campionato Italiano grazie ad una barca come la Star, che nella sua sofisticata tecnica è impareggiabile. Oggi le scelte olimpiche della vela si sono allineate a quelle degli altri sport: curling al posto del pugilato, arrampicata libera e via dicendo; quindi sempre più vela veloce e foil, che va a sostituire la vela tradizionale. Una vela moderna, che sicuramente ha un grande appeal dal punto di vista della dinamicità, modernità e giovinezza: un trend per cui sono assolutamente favorevole, che rispecchia il tempo in cui stiamo vivendo. Ma il mondo della vela, guardando i numeri, è quello delle barche tradizionali: la Star è una di quelle classi che ha una flotta ancora numerosa, ma se si pensa anche a tutte quelle barche da crociera, che navigano con a bordo appassionati che magari non fanno regate, ma amano il mare e la vela, i numeri non sono paragonabili al foil. Non bisogna confondere il trend della vela foil esplosa con l’America ‘s Cup (che fa molto bene alla vela stessa), con i numeri reali del movimento. 


La Star, che rappresenta la tradizione, ha due aspetti bellissimi: regatare in Star è speciale, perché è molto sofisticato, tecnico; una barca “lenta”, in cui tattica, strategia di regata sono un fondamento; sono elementi che creano un bagaglio di ogni singolo timoniere, che non ha eguali. Mi ha fatto molto piacere, come confidato dallo stesso Ruggero Tita, che in occasione degli ultimi mondiali World Sailing vinti con Caterina Banti tra i Nacra 17, l’equipaggio abbia applicato alcuni miei suggerimenti dati su come affrontare la corrente, in occasione di una lezione con le squadre olimpiche fatta durante il lock down. Dettagli tecnici, che con la vela foil moderna si stanno perdendo, ma che rimangono essenziali per fare la differenza, così come lo sono sempre stati nelle regate Star.


Questanno alla Coppa Primavela FIV /Campionato Italiano Giovanile (di cui SLAM è partner) è stato introdotto il Waszp, indice dei tempi che stiamo vivendo e della foiling generation, che avanza. Che futuro vede per una barca classica come la Star, quando la generazione dei grandi timonieri come Paul Cayard, Enrico Chieffi, Diego Negri ecc. finiranno di andare in barca?


EC: Purtroppo oggi nella vela mancano dei riferimenti: sport come il tennis funzionano anche perché hanno sempre avuto personaggi come Federer, Nadal, ora Djokovic, che rappresentano punti di riferimento nel tempo. Il veloce cambiamento della vela negli ultimi anni purtroppo ha contribuito a dissolvere con la stessa velocità, i miti che in questi anni si erano creati: Paul Cayard, Dennis Conner e tutte le leggende citate ad inizio articolo non si stanno più ricreando, perché c’è un’evoluzione e una velocità tale nel cambiare le classi olimpiche, che con esse cambiano anche i nomi, che diventano così meteore.


Dobbiamo riuscire a portare sulle Star ragazzi giovani e donne, perché sono le due categorie che fanno la differenza: le donne nello sport in generale sono la categoria con il tasso di crescita più alto in assoluto. Dopodiché ci sono i ragazzi, che certamente nella Star mancano: una mancanza cui bisogna cercare di trovare una soluzione, affinché regatare in Star diventi appetibile e possa così preparare i giovani ad affrontare la regata con quella base, che nessun altra barca può insegnare: sono convinto che sia una scuola di regata pazzesca. La soluzione però non è ancora stata trovata, ma è già positivo il fatto che ci sia la consapevolezza di risolvere la questione: la barca e l'organizzazione della Star sicuramente valgono questa sfida e i giovani potrebbero trarne tantissimo vantaggio e piacere, perché regatare in Star è bellissimo! Chi ci sale non scende più, questo è un dato di fatto.

DIEGO NEGRI


Nel 2021 a Kiel, dopo 26 anni da una vittoria italiana ad un mondiale Star (nel 1996 vinse proprio Enrico Chieffi con a prua Roberto Sinibaldi) Diego Negri ha coronato il suo sogno, bissando il successo l’anno successivo al mondiale di Marblehead (USA), questa volta con a prua il gardesano Sergio Lambertenghi. 


Cosa significa arrivare al mondiale Star come bi-detentore del titolo mondiale e per di più con il Campionato in Italia, a Scarlino?


DN: Non è il primo mondiale in Italia, ma sicuramente il primo in Italia, che affronto come campione in carica. Ovviamente c'è un po' di pressione, so che avremo gli occhi puntati da parte dei media e di molti team. Penso di essere un discreto conoscitore del campo, anche se ogni giorno di regata è un giorno diverso. La flotta è molto numerosa e ogni regata è un campionato del mondo; ogni regata ha una storia a sé e quindi sarà una nuova storia, vediamo come va a finire!


Cosa sogni per il futuro della classe Star?


DN: Essendo oltre che atleta il Vicepresidente europeo sono molto contento che sia stato raggiunto il risultato di 100 iscritti per questo campionato del mondo di Scarlino, che rappresenta il vero centenario della classe, considerato che il primo mondiale si regatò nel 1923. La classe Star sotto certi aspetti è ancora molto viva, soprattutto a livello internazionale con un gran numero di campioni ancora in piena attività. Nel futuro spero di coinvolgere in modo sempre più attivo gli equipaggi concentrati tra nord e sud Europa e USA. Pensando al futuro a livello dirigenziale stiamo portando avanti anche delle iniziative come quella dello Youth Under 30, un titolo mondiale che viene assegnato ogni due anni e dell’europeo Youth, assegnato invece annualmente e quest'anno in programma ad Attersee con già più di 30 barche iscritte. Eventi molto aggreganti per avvicinare tanti equipaggi giovani. Da parte di tutti i regatanti meno giovani, che hanno fatto e stanno facendo tuttora la storia della Star, c’è l'impegno di riuscire a trasmettere l'amore per la Star e il proprio know-how.

SERGIO LAMBERTENGHI, prodiere di Diego Negri, Mondiale 2022

Lo scorso anno a prua di Diego Negri hai coronato un sogno. Cosa significa per un velista della tua generazione vincere un mondiale Star dopo tantissime regate e tantissimi mondiali?

SL: Ho cominciato ad andare in Star nel 1985 ad appena 20 anni, il mio primo mondiale nel 1989 a Porto Cervo. All'inizio era solo un modo per praticare la vela senza pesare troppo sulle spalle della famiglia. Poi negli anni 90 e l'acquisto da parte di Silvio Santoni della prima Star, le cose sono diventate più serie. In quegli anni abbiamo accumulato esperienza e questo ci portò a vincere un campionato europeo nel 1998. È stato allora che per la prima volta ho pensato al sogno mondiale. Solo nel 2013 la svolta: ho incontrato Diego Negri, che dopo una campagna olimpica finita male, cercava qualcuno per rimettere insieme i pezzi e proseguire a regatare in una classe che gli piaceva tantissimo. Da li, nei tre anni successivi abbiamo sfiorato il titolo, dopo di che, pur restando sempre in top 5, la nostra performance è un po' calata. Nel 2021 a causa di problemi lavorativi non sono potuto andare a Kiel e Diego li è riuscito a vincere, coronando il suo sogno con a prua il tedesco Frithjof Kleen. Ma ancora sulla via del ritorno, mi chiamò per cominciare a programmare il mondiale successivo. Avvicinandoci all'appuntamento, le cose parevano andare tutte storte, ma tutto si è raddrizzato con l'inizio della prima prova: abbiamo fatto un campionato solido, pur non vincendo nessuna prova. Alla fine, vincere è stato come essere attraversato da un fulmine, il coronamento di una carriera. Anni addietro mi ero posto tre obbiettivi: vincere una Bacardi Cup, arrivare primo nella ranking list della classe e infine vincere un mondiale. Adesso, a 57 anni, posso finalmente dire di esserci riuscito!


Qualcuno anni fa mi chiese quanti titoli mondiali mi sarebbero bastati e io risposi uno: adesso che ho gustato il sapore della vittoria non la penso più così e a Scarlino con Diego saremo combattivi difendendo il titolo nel migliore dei modi!

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