"Ah, Sua maestà, non c'é un secondo"

Dal 14 al 17 settembre, a Vilanova i La Geltrù (Spagna), la prima AC Preliminary regatta

text: ©Elena Giolai/SLAM

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SLAM a fianco di Emirates Team New Zealand in questo primo confronto agonistico con gli sfidanti, dopo l’ultima regata in cui il Team si aggiudicò la 36ma edizione dell’America’s Cup ad Auckland in Nuova Zelanda.
Il format di queste regate prevede due giorni di regate di flotta, e a seguire un match race tra le prime due barche della classifica generale, dove rimane fedele la formula “there is no second”.

Il Trofeo Sportivo più antico al mondo (1851): già per questo inorgoglisce ogni velista e stupisce chi non lo è. Il suo motto poi, “There is no second”, la rende unica: l’America’s Cup torna a far parlare di sé nella sua prima occasione agonistica dopo l’ultima regata di marzo 2021, in cui Emirates Team New Zealand alzò ancora una volta al cielo, per la quarta volta, la cosiddetta “vecchia brocca”, vincendo la 36^ edizione dell’America’s Cup ad Aukland. 

SLAM salirà a bordo dell’AC40 foiling equipaggiando i quattro velisti di Emirates Team New Zealand  scelti per le regate preliminari che si disputeranno dal 15 al 17 settembre in Spagna, a Villanova i La Geltrù. Peter Burling (skipper e timoniere), Blair Tuke, Andy Maloney e Nathan Outteridge avranno l’onore e l’onere di disputare questo primo test, contro i 5 team sfidanti:
Luna Rossa Prada Pirelli Team (Italia), American Magic (Stati Uniti), Ineos Britannia (Gran Bretagna), Orient Express (Francia), Alinghi Red Bull Racing (Svizzera).
La nuova classe AC40, che verrà utilizzata nel 2024 per la Puig Women's America's Cup e la Youth America's Cup, è stata progettata da Emirates Team New Zealand e costruita dai cantieri McConaghy. 

Nonostante la 37^ America’s Cup sarà tutt’altra cosa, perché sarà disputata con gli AC75 e con le diverse soluzioni progettuali adottate da ogni singolo team, la grande attesa è palpabile!
Per questa edizione le esperienze foiling di tutti i team sono ai massimi livelli, gli AC40, le barche messe a disposizione per l’AC preliminary regatta sono monotipo; la formula, che prevede eliminatorie i primi due giorni con regate di flotta (venerdì e sabato 15 e 16 settembre) e finale match race con i primi due (domenica 17 settembre, finale secca dopo due ulteriori regate di flotta), garantiscono un evento mai vissuto prima con prove di 20 minuti, dall’altissimo tasso adrenalinico, sia per i protagonisti a bordo, che per gli spettatori, che potranno seguire le regate sia sul posto, che in diretta TV o streaming, dalle 15:30 alle 17:00 (ore locali): in Italia sui canali Mediaset canale 20 e Sky Sport (Sky Sport 258 & Sky Sport Max) e in streaming nel canale You Tube ufficiale dell’America’s Cup.

Materiali, design e performance associati a innovazione, eccellenza e qualità rappresentano il filo conduttore dell’abbigliamento SLAM progettato per e con Emirates Team New Zealand del Royal New Zealand Yacht Club. 
In casa Emirates Team New Zealand tutti i protagonisti, dai velisti allo shore team, dagli ingegneri allo staff organizzativo, indossano con orgoglio la collezione appositamente studiata per e con loro in grado di offrire massimo comfort e performance in ogni singolo ruolo.  
Interessante vedere sempre insieme Peter Burling e Blair Tuke, l’equipaggio della classe 49er che vinse l’oro Olimpico a Rio del Janeiro nel 2016 e due medaglie d’argento (Londra 2012 e Tokyo 2020). Gli stessi campioni, nel 2017, vinsero l’America’s Cup alla loro prima partecipazione a bordo di Emirates team New Zealand. Certamente la classe olimpica 49er ha formato gran parte dell’equipaggio a bordo di Emirates team New Zealand : anche Nathan Outteridge, oro e argento a Londra e Rio de Janeiro, è stato convocato in questo primo appuntamento.

Pronti a seguire questa appassionante edizione della 37^ America’s Cup, nelle sue prime regate preliminari?

I Kiwi sono noti per aver sempre introdotto molte innovazioni fuori dagli schemi che hanno dato loro un vantaggio rispetto alla concorrenza. Per l’ultima Coppa America tu, come Defender, hai creato una nuova classe AC di monoscafi volanti. Per molti, quelle barche, non erano nemmeno in grado di navigare e invece iniziarono una rivoluzione inarrestabile che ebbe un grande impatto sulla vela e ancor più sugli sport acquatici in generale. Qual è stata l’idea e la visione originale dietro questa scelta?

Kevin Shoebridge (partecipazione a diversi Giri del Mondo e America’s Cups): Spesso ci viene chiesto perché Emirates Team New Zealand abbia sviluppato il concetto di un monoscafo foil per la 36esima edizione dell’America’s Cup, lo stesso che verrà utilizzato nella 37esima.
E per dare una risposta bisogna tornare un po' indietro e risalire a San Francisco (2013), dove l'America's Cup credo abbia fatto un enorme balzo in avanti rispetto al fatto di essere stato uno sport tradizionale per oltre 150 anni.
L’evento di San Francisco con i grandi catamarani è stato sicuramente un punto di svolta per l'America's Cup e per lo sport della nautica da diporto in generale. Era la prima volta che vedevamo barche davvero performanti, capaci di fare 40, 45, 50 nodi!
 
E questo fatto ha aperto l’evento a un pubblico completamente nuovo grazie alla spettacolarità di queste barche.
A metà dell’evento di San Francisco siamo riusciti a introdurre la componente foiling del progetto, su cui abbiamo lavorato segretamente in Nuova Zelanda per oltre un anno e mezzo. Solo questo è stato un altro enorme passo avanti, avendo forse modernizzato lo sport
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Dopo San Francisco, alle Bermuda difendeva il team Oracle, il quale ha fatto un altro passo avanti, optando per un catamarano foil 50’ molto più performante, una barca affascinante.
Noi di Emirates Team New Zealand siamo riusciti a vincere l’evento e quindi la responsabilità di definire la direzione dello sport è passata a noi.
A questo punto ci siamo convinti che ormai non si poteva più tornare indietro. C’era stato molto feedback da parte dei più tradizionalisti, i quali volevano che l’America’s Cup tornasse come era, ai lussuosi monoscafi di un tempo. La nostra sensazione, tuttavia, era che una volta che il pubblico avesse visto barche navigare a 50 nodi, sarebbe poi stato molto difficile tornare indietro, tornare a guardare barche che navigano a 10 nodi.

Detto questo, non pensavamo che il catamarano avesse catturato l'intero mondo della vela, perché se guardi il catamarano, se guardi la nautica da diporto in generale, i proprietari di catamarani rappresentano forse il 10% del totale, mentre, secondo noi, i monoscafi comandavano una percentuale molto più elevata. Quindi in qualche maniera volevamo catturare quella parte.
Così è nata l’idea: “forse potremmo fare un monoscafo foil”.
Così come il concetto del catamarano era stato trascinato in avanti da nuove tecnologie, allo stesso modo volevamo prendere il monoscafo e trascinare anche lui verso il futuro.
Nei primi giorni abbiamo elaborato circa otto concetti diversi possibili per l'AC37, ricordando che questa sarebbe stata una decisione che andava approvata tra Defender e Challenger, che al tempo era Luna Rossa. Inizialmente, il concetto preliminare era piuttosto tradizionale per poi diventare qualcosa di molto dinamico, molto innovativo e molto originale.
Alla fine, abbiamo preso la decisione di optare per un monoscafo e che sarebbe stato foil.
Ed è stata una grande scommessa, serviva una grande fiducia nelle nostre intuizioni e nel nostro team di progettazione, perché nessuno aveva mai visto una barca del genere prima.

Nessuno sapeva davvero se una barca del genere avrebbe funzionato. La decisione è stata presa con i nostri strumenti di progettazione, il nostro software e il nostro simulatore e le nostre simulazioni. E il regolamento è stato stabilito e annunciato prima che fosse mai stata costruita una barca del genere.
Quindi, sai, nel vedere ora le barche in acqua e ciò che sono diventate, e soprattutto nel vedere l'America's Cup disputata ad Auckland qualche anno fa, bisogna ammettere che hanno davvero rivoluzionato lo sport della vela.

Sono barche così emozionanti e sorprendenti da vedere da vicino! Credo che la classe AC75 sia davvero una meraviglia della tecnologia, un motivo di orgoglio per coloro che le hanno realizzate. La cosa più interessante è quanto rapidamente il foil si sia diffuso anche nel resto della vela in un periodo molto breve, partendo anche dai bambini e alle prime esperienze di vela.
Ora tutto ruota attorno alla velocità. Tutti vogliono essere in grado di volare sui foil, che si tratti di Moth o Waszp o di tavole a foil, wing foil, imbarcazioni a motore con foil.
Tutte queste cose sono arrivate molto rapidamente e gran parte di questo è stato possibile grazie all'innovazione che ha avuto inizio con il monoscafo a foil, ovvero l’AC75!

Che novità possiamo aspettarci in questa ormai imminente 37^ America’s Cup?

Kevin Shoebridge: Un’altra domanda che ci chiedono spesso è cosa vogliamo davvero ottenere con la 37ma America's Cup, rispetto al passato.
La risposta è quella di cercare di includere più persone possibili nello sport della vela. Questo inizia con la Women’s America’s Cup e con la Youth America ‘s Cup, per le quali abbiamo avuto un interesse straordinario. Siamo già al completo con 12 squadre nella categoria giovani e 12 squadre nella categoria femminile.
Quindi, sarà un valore aggiunto davvero emozionante per la 37ma America’s Cup. Ed è un fatto reale, non un gesto simbolico. Crea un vero percorso per giovani velisti e donne che permetterà finalmente di salire su quelle barche: L'AC40 è stata concepita probabilmente per motivi egoistici all'inizio.
Abbiamo esaminato l'AC36 e dove dovevamo essere più forti e abbiamo sentito la necessità di avere più competizioni interne e la capacità di gareggiare intensamente in casa, quindi volevamo una classe one-design per farlo. Volevamo anche creare una classe sufficientemente adattabile da poter essere utilizzata come strumento di prova, così da poter testare vele, foil e concetti su una scala molto più piccola, con minori costi e maggiore velocità.

Questa classe avrebbe inoltre fornito una via di accesso per nuove squadre nell'America's Cup. Entrare nell'America's Cup senza esperienza è molto difficile quando non si dispone della tecnologia necessaria, quindi l'AC40 è stato un passo avanti per consentire alle squadre di entrare direttamente e competere nelle prime regate.
Guarda, per esempio, la presenza dei francesi. Secondo me non sarebbe stato possibile se non fosse stata inclusa la classe AC40. Si tratta dunque di un vero successo e ora non vediamo l'ora di vedere come andrà a Vilanova. Questa è la vera prima prova e penso che le regate saranno davvero incredibili, così come l’anno prossimo a Barcellona le gare femminili e giovanili rappresenteranno un grande evento.
E da lì speriamo che ci possano essere poi velisti che potranno entrare direttamente nel Team New Zealand per l’AC38!

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