Marta Maggetti é stata divina: in finale ha volato lucida sull’iQFoil, la nuova tavola olimpica che ha debuttato a Marsiglia, mettendo in scacco le avversarie. Virata nel posto giusto, al momento giusto, approfittando di un “black out” della britannica Emma Wilson, andata troppo lunga nel primo bordo della seconda bolina. Marta Maggetti, che ha riportato l’oro del windsurf dopo 24 anni da quello di Sydney di Alessandra Sensini, ha avuto la capacità di interpretare al meglio il nuovo format delle medal series iQfoil, accedendo prima alla semifinale, che significava matematica medaglia al collo, per poi rimanere lucida e compiere un capolavoro di finale e conquistare un meritatissimo oro olimpico, il primo della storia iQFoil.
Marta Maggetti, medaglia d'oro Windsurfing femminile
Tita-Banti, medaglia d'oro multiscafo misto
Per Ruggero Tita e Caterina Banti, ambassador SLAM già oro a Tokyo nel Nacra 17, l’obbiettivo era compiere “la grande impresa del bis”. E così è stato. La coppia d’oro, ad inizio Olimpiade, è apparsa come un equipaggio di marziani, perché, alla massima competizione planetaria, infilare una serie di primi, prendendo subito un vantaggio notevole sugli avversari, li ha proiettati in un altro pianeta. A metà Olimpiade, così come dichiarato dallo stesso Tita, hanno invece dimostrato di essere umani, piazzando due “modesti” sesti, dopo 6 vittorie parziali e un secondo. Non è mancata una squalifica per partenza anticipata, recuperata poi con un 5-2-4, sufficienti per accedere alla medal race con la matematica medaglia al collo: oro o argento a seconda della posizione finale dei primi 10. Una medal race disputata con vento molto leggero e in controllo sugli avversari più diretti, che ha garantito la conquista del secondo oro, con una superiorità rispetto agli avversari disarmante: 24 punti ai secondi, gli argentini Majadalani-Bosco!
Con un finale del genere Ruggero Tita e Caterina Banti sono ritornati…dei marziani!
Onda Olimpica
Queste due medaglie d’oro, hanno immortalato nell’olimpo della vela Marta, Ruggero e Caterina. Ma dobbiamo essere orgogliosi di tutta la squadra azzurra della Federazione Italiana Vela, di cui SLAM è sponsor, perchè è stato un grande successo di squadra, con gli atleti azzurri arrivati in quasi tutte le classi in medal race (giocata tra i primi 10)
Che squadra!
Tutti gli atleti hanno dimostrato di saper reagire a qualche situazione difficile, condizione normalissima in ogni percorso olimpico e ancor più in un esordio a 5 cerchi. E lo sport insegna proprio questo: a sapersi rialzare sempre, nelle competizioni, così come nella vita.
Saper reagire alle difficoltà e agli imprevisti a volte conta di più dei risultati e delle medaglie. Non abbattersi, senza mollare mai. Lo hanno provato per prime le ragazze dello skiff Jana Germani e Giorgia Bertuzzi, vittime di una giornata no che le ha bloccate in classifica con due diciasettesimi e un sedicesimo. Ma le due ragazze del 49er FX non si sono abbattute: dimostrando una risposta convincente e accedendo con grinta alla medal race, combattuta con solidità. Stesso atteggiamento per Nicolò Renna, anche lui all’esordio olimpico nel windsurf con la nuova tavola iQFoil. Dopo un avvio al top con un secondo posto ha rotto il boma non riuscendo così a disputare due prove. Dopo questo imprevisto, Nicolò non si è disperato, ma è tornato subito in regata piazzando un 4-2-5, reagendo così da vero campione. Anche se non è riuscito a giocarsi una medaglia, a 23 anni e alla sua prima esperienza olimpica, ha dimostrato grande carattere.
Anche nelle altre classi Ilca 6 e 7, 470 e Kite i nostri atleti hanno sempre dimostrato di voler mettere in campo tecnica, tattica, cuore, come la bellissima vittoria in Medal race di Chiara Benini Floriani nell’Ilca 6, conquistando il 5° posto finale, alla sua prima Olimpiade: migliore prestazione italiana di sempre nell’ex Laser.