Louis Duc
IMOCA 60 FOIL - Five Group Lantana Environment
Per Louis Duc non esistono problemi, ma solo soluzioni, come quella realizzata in una tappa della Mini Transat, dove ha disalberato, ma è riuscito a rimettere a posto l’albero in mezzo all'Atlantico, tutto da solo su un piccolo scafo di 6,50 metri! In mare e a terra é audace nelle sue idee, tanto che é stato il primo a realizzare il primo Class 40 con la prua “scow”, ossia con i volumi anteriori rotondi e un albero con una sola crocetta. Ama le sfide, ed è per questo che non si è tirato indietro nell'acquistare e ricostruire il vecchio “PRB 3", ormai bruciato, del 2007 ed essere sulla linea di partenza a questa sua prima Vendée.
Partecipa al progetto Unesco con le seguenti attrezzature oceanografiche di bordo:
• Boa di superficie
Per me era un sogno molto, molto grande fare la Vendèe Globe
Louis Duc © Manon Le Guen
Arnaud Boissières
IMOCA 60 FOIL - La Mie Câline
Arnaud Boissières è un navigatore che incarna la perseveranza e la passione pura per il mare. Conosciuto tra gli amici e fan come “Cali,” Boissières non è solo un marinaio con anni di esperienza, ma una persona che trasmette grande umiltà e gioia di vivere, qualità che lo rendono una figura unica e amata nel mondo della vela oceanica. È l’unico skipper che ha portato a termine quattro Vendée Globe consecutive, un’impresa che ha affrontato sempre con un mix di tenacia e serenità, dimostrando un grande rispetto per il mare e per la sfida estrema che questa avventura rappresenta. E’ un mito della vela francese e si appresta a realizzare il suo quinto giro del mondo consecutivo!
Partecipa al progetto oceanografico UNESCO con le seguenti attrezzature oceanografiche di bordo:
• Una boa di superficie e
• un fotometro Calitoo
strumento utilizzato per misurare la quantità di luce emessa o trasmessa da una sorgente, essenziale per effettuare test di tenuta sui filtri HEPA, che hanno il compito di bloccare le particelle inquinanti presenti nell’area da trattare.
For me, the Vendée Globe is a team effort
Arnaud Boissières, La mie Câline ©Christophe Favreau
Manuel Cousin
IMOCA 60 - Coup De Pouce
Alla sua seconda partecipazione, al Vendée Globe 2020 ha tagliato il traguardo in 103 giorni con un una parte della chiglia rotta! Dopo la prima metà della vita trascorsa da imprenditore, decide di realizzare il suo sogno e dedicarsi alla vela oceanica: é così che lascia la sua casa in Normandia e si stabilisce a Les Sables-d’Olonne. Nel 2013 entra nel circuito dei Class40 e per quattro stagioni si fa strada tra Transat Jacques Vabre e Québec/Saint-Malo, prima di entrare nella classe IMOCA nel 2017. Per prepararsi al suo secondo Vendée Globe, ha partecipato a tutte le principali regate del circuito - Transat Jacques Vabre, Route du Rhum, Retour à la Base, New York-Vendée - accumulando un numero di miglia sufficiente (19.825) per arrivare in cima alle qualifiche richieste per le barche non nuove e convalidare la sua partecipazione all'edizione del 2024.
Partecipa al progetto oceanografico UNESCO con le seguenti attrezzature oceanografiche di bordo:
• boa di superficie
Interview by the Vendée Globe organisation
The Vendée Globe is a special race
Manuel Cousin, Coup De Pouce - ©Team Coup de Pouce
Antoine Cornic
IMOCA 60 - Human Immobilier
Ex campione di judo ed ex proprietario di un pub era già stato assalito dall’inefrenabile chiamata oceanica, partecipando alla Minitransat del 2001. Dopo una lunga pausa in cui si é dedicato alla famiglia, ha ripreso a navigare nel 2017; tre anni fa ha acquistato uno dei più vecchi Imoca ancora in navigazione, un progetto di Owen Clarke del 2005. Una sfida nella sfida!
Partecipa al progetto oceanografico UNESCO con le seguenti attrezzature oceanografiche di bordo:
• Boa di superficie
• Stazione meteorologica
• TSG Gaillard
Penso che la Vendèe Globe sia la mia vita
Antoine Cornic, Human Immobilier ©Bastien Hebras
Sébastien Simon
IMOCA 60 FOIL - Groupe Dubreuil
33-year-old skipper Sébastien Simon, one of the emerging names in French ocean sailing, is preparing his return to the Vendée Globe with resilience and determination. After being forced to retire off the coast of South Africa back in 2020 while in fourth place, due to boat damage, Simon has transformed this setback into a lesson in perseverance. At the last Transat he suffered a concussion and a fractured neck, leading him to also completely rethink the concept of safety on board.
"After the accident, I spent three months unable to move and another month in rehabilitation. We then modified the boat to avoid new risks: the seat was custom-made, with seat belts and shock absorbers. The berth was also improved with foot stoppers and nets created by local fishermen to prevent it from being thrown forward in the event of an impact. I now always wear a helmet above 20 knots".
This race is likely the longest in the world
Sébastien Simon © Groupe Dubreuil Sailing Team